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Teenage Mutant Ninja Turtles: Mutanti a Manhattan, recensione di HDblog.it

31 Maggio 2016 0

I videogiocatori con qualche annetto sulle spalle ricorderanno perfettamente le gesta delle Tartarughe Ninja, poker di guerrieri nati grazie a una sostanza in grado di trasformare quattro semplici tartarughe in mutanti. Durante gli anni '80 e '90 il brand è stato spremuto in maniera incredibile, soprattutto a livello di gadget. In Sala Giochi esisteva inoltre il coin-op con il quale si poteva instaurare una coop fino a quattro personaggi contemporaneamente, versione poi apparsa anche su Xbox 360, mentre su NES era possibile contare su un action game dedicato ai quattro combattenti davvero molto interessante.

Ritrovare quindi i vari Donatello, Michelangelo, Raffaello e Leonardo sulle console di nuova generazione è senza dubbio galvanizzante, seppur a livello qualitativo, Teenage Mutant Ninja Turtles: Mutanti a Manhattan non riesce a essere assolutamente convincente, anzi la parvenza è quella di essere di fronte a un prodotto sviluppato in fretta e furia.

Ma andiamo ad analizzare passo passo questa nuova avventura targata Platinum Games.

TRAMA

Come nel più classico dei canovacci, Teenage Mutant Ninja Turtles: Mutanti a Manhattan vedrà i nostri quattro eroi preferiti si troveranno, ancora una volta, contrapposti a Shredder, cattivo storico del brand sempre pronto a cercare di conquistare la città di New York grazie alle ondate di crimini da lui organizzate. Inutile sottolineare quindi che i quattro guerrieri dovranno cercare di fermare il cattivone, spalleggiato comunque dal generale Kraang e tutti i vari antagonisti visti nei vari fumetti e cartoni animati. Vedremo quindi apparire i vari Rocksteady, Bebo, Armaggon, Wingnut Karai, Slash e molti altri.

La longevità non risulta assolutamente convincente. Il gioco è terminabile in circa cinque ore, tempistica in cui è possibile tranquillamente attraversare i nove stage ed eliminare i boss di fine livello senza troppi problemi. Inoltre non sarà possibile contare su April o Splinter, relegati a pochissime battute e nulla più. Al contempo Platinum Games ha saputo caratterizzare i ninja in maniera ottima, basandosi in maniera perfetta sul carattere originale di ognuno di essi. Leonardo è il leader, Raffaello la testa calda, Donatello l'esperto di tecnologia e Michelangelo il simpaticone del gruppo.

Piccola nota sulla trama del gioco. La sceneggiatura è stata curata da Tom Waltz, scrittore della serie a fumetti della IDW e, di conseguenza, grosso conoscitore dell'universo legato alle Tartarughe Ninja. Il risultato è paragonabile alle due facce della medaglia. Da un lato abbiamo una rappresentazione caratteriale perfetta degli eroi del momento, mentre dall'altro il gioco è colpito da una trama poco convincente.


GAMEPLAY

Capita spesso e volentieri di avere tra le mani titoli magari poco curati a livello narrativo ma comunque in grado di donare al giocatore un gameplay di primissimo ordine. Purtroppo Teenage Mutant Ninja Turtles: Mutanti a Manhattan non fa parte della sopra citata cerchia dato il sistema di controllo complicato.

Platinum Games ha deciso, giustamente, di dare la possibilità al giocatore di piazzare sullo schermo tutti e quattro i fratelli verdognoli, dando quindi il comando di un lottatore al giocatore e i restanti tre alla IA oppure ad altri utenti e sfruttare così la funzionalità cooperativa. Fin qui tutto bene, se non fosse che Plantinum Games ha optato per l'inserimento di tasti adibiti ad attacchi deboli, attacchi potenti e al salto, il tutto scandito dalla possibilità di combinare il tutto con i tasti dorsali, in modo da scagliare shuriken o ripiegare sulle mosse speciali, differenti per ogni Tartaruga, usare oggetti o cambiare personaggio. Se da un lato la soluzione potrebbe sembrarvi "nella norma", durante l'avventura vi accorgerete che una mappatura del genere causa un rallentamento dell'azione e andando a discapito della frenesia di gioco.

Abbiamo storto il naso di fronte alle routine legate alla schivata. Gli sviluppatori hanno limitato la possibilità schivare gli attacchi nemici inserendo un numero massimo di volte, limite che se varcato si trasforma nello stordimento del giocatore. Come nella maggior parte dei titoli, il contrattacco deve essere effettuato appena prima di essere colpiti dal nemico, pratica non proprio semplice dato che spesso e volentieri vi troverete immersi in azioni caotiche dettate da una telecamera di gioco a dir poco ballerina che andrà a offuscare la vista del giocatore, con conseguente impossibilità di capire che tipo di attacco portare a termine.

Siamo rimasti confusi dalla vitalità completamente priva di senso dei nemici presenti sullo schermo. Alcuni vengono sconfitti dopo pochi colpi, mentre altri necessitano un numero incredibilmente superiore di colpi. In teoria è possibile anche sfruttare gli attacchi stealth, ma la maggior parte dei casi risulta praticamente impossibile cogliere di sorpresa il nemico. Come chicca finale, abbiamo trovato i boss di fine livello particolarmente frustranti. Nella maggior parte dei casi ci siamo ritrovati a menare le mani come pazzi, senza alcun risultato accettabile, mentre il cattivone se ne stava beato immobile a sparare o sfruttare le proprie abilità, e contare ovviamente su un'efficacia fin troppo pesante. In pratica gli sviluppatori avrebbero dovuto bilanciare meglio il tutto.

Dato che il party è composto da quattro guerrieri ma il giocatore potrà controllarne solo uno, gli sviluppatori hanno deciso di inserire una serie di comandi liberamente richiamabili dell'utente stesso. Sarà quindi possibile impartire ordini ai propri compagni, in modo da gestire un minimo le battaglie intraprese.

Gli scenari disponibili sono ristretti e soprattutto quasi impossibili da esplorare. Nella maggior parte dei casi infatti, i momenti in cui è possibile frugare nei vari angoli veniamo interrotti da April, pronta ad assegnare una missione casuale. Sarà quindi necessario eliminare un determinato numero di nemici, disinnescare bombe, trasportare un oggetto da un punto A a un punto B e molto altro ancora. Dopo aver portato a termine le diverse missioni sarà possibile avere accesso al boss di fine livello. Inutile sottolineare che la ripetitività delle sub-quest causeranno al giocatore non pochi momenti frustranti e il level design non viene certo in aiuto dato che gli sviluppatori hanno optato per soluzioni prive di senso, come ad esempio la necessità di aprire tombini su tombini nello stage delle fogne. Un vero peccato dato che è possibile contare sulla presenza di diversi oggetti collezionabili, utili all'incremento delle statistiche dei protagonisti, sia a livello di abilità passive che attive.


MULTIPLAYER

Teenage Mutant Ninja Turtles: Mutanti a Manhattan mostra la sua vera quintessenza se affrontato in party. Non è stato facile testare il comparto multiplayer a causa, molto probabilmente, dello scarso numero di videogiocatori presenti in rete, ma una volta effettuato l'accesso si viene messi di fronte a un prodotto divertente dato che la cooperazione tra giocatori rende il tutto molto più godibile.

Gli sviluppatori non hanno però inserito alcuna modalità aggiuntiva, di conseguenza il supporto in rete viene impreziosito da alcuna sezione in grado di donare al gioco quel pizzico di longevità in più.


TECNICA

Anche il comparto tecnico di Teenage Mutant Ninja Turtles: Mutanti a Manhattan non è certamente convincente. La tecnologia del Cell-Shading è sicuramente ben utilizzata, ma al contempo sembra andare a cercare di mascherare goffamente diverse problematiche, tra cui modelli poligonali poco convincenti. Le ambientazioni non riescono a donare al gioco la varietà di cui avrebbe bisogno e la decisione di bloccare il tutto a 30fps non è sicuramente piacevole. Buono invece il character design dei personaggi, i quali sembrano effettivamente usciti da un fumetto della IDW.

Il doppiaggio in italiano è sicuramente buono ma colpevole di qualche problema legato alle interpretazioni, non proprio convincenti, mentre il musiche di accompagnamento risultano ripetitive e quasi anonime.


COMMENTO FINALE

Teenage Mutant Ninja Turtles: Mutanti a Manhattan è un titolo difficile da apprezzare a causa dei diversi aspetti negativi che vanno a colpire il gioco. Molto probabilmente il team di sviluppo ha lavorato in fretta e furia per poter lanciare sul mercato un prodotto entro la data di scadenza indicata. Un vero peccato dato che i fan delle Tartarughe Ninja avrebbero apprezzato moltissimi un prodotto quantomeno in grado di dare ai giocari un gameplay curato.

  • GAMEPLAY 5
  • TECNICA 5
  • LONGEVITA' 4
  • MULTIPLAYER 6
  • GLOBALE 5
Modalità coop divertenteSembra di assistere a una puntata del cartone animato
Tecnicamente poco ispiratoGameplay confusionarioRipetitivo e frustrante


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