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Il CCO di Ubisoft parla del futuro di Assassin's Creed e della narrazione

03 Ottobre 2018 9

Serge Hascoet è una delle figure più importanti di Ubisoft. Attualmente CCO (Chief Creative Officer) del publisher francese, Hascoet è da 30 anni una risorsa preziosa della compagnia e ha preso parte a tutti i principali progetti di Ubisoft, da Assassin's Creed a Splinter Cell, passando per Prince of Persia e Rainbow Six.

Hascoet è stato protagonista di una lunga intervista rilasciata a GameInformer, durante la quale sono emerse diverse curiosità relative a molti dei brand in cui è stato coinvolto. Potete trovare la versione integrale dell'intervista in fonte, ovviamente in inglese.

Con il debutto di Assassin's Creed Odyssey ormai imminente - di cui potete leggere la nostra recensione -, molte delle domande di Matt Bertz di GameInformer si sono concentrate proprio sulla celebre saga e hanno toccato aspetti relativi anche al capitolo precedente, Origins, e al suo finale aperto. Hascoet ha confermato che ci sono dei piani per il proseguimento della storia di Bayek e di sua moglie Aya, tuttavia questi potrebbero concretizzarsi in medium diversi da quello videoludico, come ad esempio un film o una serie TV.

IL CCO ha infatti spiegato che Ubisoft non adotterà più un approccio simile a quello che ha caratterizzato la saga di Ezio, dove la vita di Auditore è stata esplorata dalla nascita alla morte attraverso tre diversi capitoli. L'obiettivo attuale e futuro è quello di esplorare storie e esperienze diverse, saltando da un'epoca all'altra, senza concentrarsi troppo sullo sviluppo di un protagonista carismatico a cui dedicare più di un capitolo.

La saga di Ezio ha avvicinato milioni di giocatori al brand Assassin's Creed e ha fatto esplodere la passione per l'Italia del Rinascimento

Hascoet ha anche trattato il tema della stagionalità della serie, affermando che non vi è l'intenzione di proporre a tutti i costi nuovi titoli legati al brand Assassin's Creed con cadenza annuale. Ogni capitolo verrà pubblicato solo quando sarà pronto e perfettamente raffinato, quindi non c'è alcuna pressione affinché i team di Montreal e Quebec rilascino i propri giochi con tempistiche fisse.

Un altro degli aspetti che potrebbe assumere un maggior ruolo all'interno del brand Assassin's Creed è senza dubbio l'esperienza multi player, la quale potrebbe tornare in futuro in uno dei prossimi capitoli della saga. Secondo Hascoet, la componente multi giocatore porta un importante valore aggiunto legato all'aspetto sociale del titolo, tuttavia riconosce che le attuali tecnologie di Ubisoft non permettono l'implementazione di ciò che il team vorrebbe proporre.

L'obiettivo è quello di realizzare un mondo sempre attivo e ricco di eventi in costante mutamento, facendo attenzione a non dover abbandonare aspetti caratterizzanti della saga: se per poter introdurre il supporto a 100 giocatori è necessario rimuovere la folla di NPC dalle strade di un Assassin's Creed, è chiaro che il valore aggiunto dell'esperienza online viene compromesso dalla perdita di identità del gioco.

Un altro problema è rappresentato dalla dimensione del download richiesto agli utenti: anche un minimo cambiamento del mondo di Assassin's Creed potrebbe portare allo scaricamento di oltre 20GB di dati, un aspetto al quale Ubisoft deve prestare particolare attenzione.


Il CCO ha poi toccato un altro tema a lui molto caro, ovvero il superamento del concetto di cutscene e la transizione verso un modello di narrazione basato su scelte interattive e su elementi che rendano il giocatore un elemento attivo dello svolgimento della trama e non uno spettatore passivo dei classici filmati.

Per Hascoet, i giochi devono concedere massima libertà espressiva al giocatore, al quale spetta il compito di forgiare la propria avventura come meglio crede, senza dover seguire quindi percorsi prestabiliti o imposizioni narrative eccessivamente forzate, come ad esempio l'uso invasivo di intermezzi senza alcun tipo di interazione.

Passando ad altri progetti, Hascoet ha anche affermato che Ubisoft è al lavoro per riportare in auge alcuni altri brand ormai congelati da diversi anni, come ad esempio Prince of Persia - di cui il primo capitolo di AC è un erede spirituale - e Splinter Cell. Al momento non Hascoet non può svelare alcun dettaglio, tuttavia ci tiene a far sapere che sta lottando per ottenere le risorse finanziare per supportare questi due brand e che gli unici problemi sono esclusivamente di questa natura e non riguardano la volontà di abbandonare le serie. Sarà quindi interessante scoprire se riuscirà nel suo intento e se torneremo a vestire i panni del Principe e di Sam Fisher.

Il Principe potrebbe tornare, bisogna solo convincere Ubisoft che si tratta di un buon investimento

Hascoet ha anche toccato un altro tema caldo di questi anni, ovvero il suo enorme interesse per la Realtà Virtuale e il fatto che si aspetti che questa diventi un elemento indispensabile - assieme alla Realtà Aumentata - della vita di tutti nei prossimi 10 anni. Per ora la tecnologia è semplicemente troppo poco avanzata per poter far breccia sul grande pubblico, tuttavia chiunque l'abbia provata può confermare le enormi potenzialità ancora sopite della VR.

Ma ciò che il CCO di Ubisoft brama veramente è la possibilità di arricchire il mondo videoludico, proponendo progetti che siano in grado di avere un impatto positivo sulla vita reale dei giocatori. Hascoet ritiene che , ad oggi, molti giochi siano privi di un'anima e che il loro scopo sia solo quello di intrattenere, mentre secondo il suo parare è necessario che l'esperienza videoludica arricchisca il giocatore di conoscenze che possa portare con sé anche nella vita di tutti i giorni.

Sicuramente è possibile notare traccia di questo spirito all'interno della serie Assassin's Creed. Per quanto l'accuratezza storica non sia mai stata uno degli obiettivi principali della saga, ogni capitolo è ricco di riferimenti, curiosità e citazioni che hanno sicuramente incuriosito milioni di giocatori, spingendoli ad approfondire i temi trattati anche al di fuori dell'esperienza di gioco. Basti pensare alla vera e propria passione per l'Italia Rinascimentale esplosa in concomitanza del secondo capitolo, per citare un semplice esempio.

I Battle Royale sono il genere del momento. Ubisoft vuole scoprire la formula del loro successo e applicarla ad altre produzioni

Concludiamo il racconto di questa lunga intervista citando un altro aspetto interessante emerso tra le pagine di GameInformer. Interrogato sul quale potesse essere il vero punto debole all'interno dell'offerta di Ubisoft, Hascoet ha ammesso che la società non è ancora riuscita a far bene in ambito mobile e che molti dei suoi avversari sono in grado di realizzare produzioni migliori delle sue.

Oltre a ciò, Ubisoft è ovviamente affascinata dal successo riscosso da un titolo come Fortnite, non tanto per poterne realizzare una copia per sfruttare l'ondata di successo del genere Battle Royale, quanto per capire quali siano stati gli ingredienti che lo hanno reso così popolare, in modo da adottare lo stesso tipo di approccio su produzioni totalmente diverse.


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Commenti

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zampemo

Ottimizzazione e grafica mi risulta siano due termini completamente diversi.
Dove sarebbe poi il problema se la grafica è molto simile a The Witcher 3? Non l'ho giocato ma ho visto/letto che è molto ben fatto.

nexusprime

Articolo scritto veramente bene, sembra che in Ubisoft abbiano preso la strada giusta per il brand di Assassin's Creed rinnovandolo come aveva chiesto buona parte della comunità.
Facendo così come al solito una parte di videogiocatori sarà rimasta scontenta, ma penso che abbiano la scelta migliore a giudicare la qualità di Origins

Kevin

Splinter cell tornerà. Iniziano ad esserci troppi riferimenti per essere casuali: più di una volta in conferenze si sono intravvisti frame di SC adesso ci mettono anche l'easter egg in AC ...

Top Cat
Georgi Mihaylov

stavo guardando l'ottimizzazione dell titolo su yt, scandalosa, davvero scandalosa, la parola ottimizzazione non sanno proprio cos'è.

eberg93

Ahhh, quante volte ho sentito la frase "non rilasceremo un titolo ogni anno ma solo quando sarà pronto e perfetto!". Patetici.
Piuttosto sbrigatevi a portare un reboot di Prince of Persia. Ma bene però, non limitiamoci al compitino solo per far soldi.

ferragno

ma va a caghè....

Mew

Chissene, la Warner Bros ha rimosso il leak del nuovo gioco di Harry Potter quindi come babbi l'hanno confermato!

momentarybliss

Brand spremuto ormai fino all'inverosimile, mi domando quanti capitoli ancora Ubisoft abbia in programma

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